Famo un pad? Sì, ma dove?

Per fare report e scritture collaborative usiamo spesso servizi autogestiti di compagn+; alcuni usano un software chiamato Etherpad, altri usano CryptPad, altri forniscono entrambi questi strumenti.

Cryptpad è un intera “suite office collaborativa online orientata alla privacy”, mentre Etherpad gestisce solamente documenti di testo. Proviamo a partire dalle robe più basiche.

Come funziona Etherpad

Sul sito, recitano ciò:

Copyright © The Etherpad Foundation.

Design © The Apache Software Foundation, adapted by Marcel Klehr — Licensed under the Apache License 2.0

Qui troviamo una lista (sicuramente incompleta) di istanze, quindi di persone o collettivi che hanno installato Etherpad sui loro server e lo mettono a disposizione.

Il pad ci dà un ottimo ambiente di scrittura collaborativa ed è molto facile da creare. Tutti quanti hanno:

  • un campo di testo con piccole opzioni (grassetto, italico, sottolineato, elenco puntato, ecc..)
  • una timeline con la cronologia di tutte le modifiche avvenute al testo
  • una chat per comunicare con coloro che editano il pad
  • un indicatore di quante persone stanno visitando il pad in questo momento (è anche il campo in cui inserire il proprio nome, per ricostruire la genesi delle modifiche)
  • un bottone di import/export del testo

Chiunque entri in possesso del link del pad può modificarlo. È facile quindi immaginare il pad come uno strumento prevalentemente temporaneo: una volta finito di scrivere il testo a più mani, lo esportiamo e lo pubblichiamo sui nostri canali.

Ma se volessimo farci altro? Possiamo usare il pad per fare una infinita lista della spesa, per farci un calendario, per avere una chat durante le dirette delle nostre radio preferite… Oppure possiamo usare un pad per documentare i nostri progressi collettivi, e questo è il motivo per cui scriviamo questo articolo.

Policy di cancellazione

La maggior parte di coloro che offrono servizi pad ci tengono allo spazio e alla pulizia e rimuovono dal loro database i vecchi documenti. Ogni istanza che ospita Etherpad lo può personalizzare adattandolo alle esigenze della comunità.

Ad esempio su https://pad.riseup.net/ (che è anche usabile come hidden service su TOR) puoi scegliere la scadenza del pad (1 giorno, 60 giorni, 1 anno dall’ultima attività). L’unico modo di eliminare completamente il pad è quello di non modificarlo mai più.

Però, può non piacer l’idea che tutto ciò che scriviamo vada perso solo perchè il file non viene modificato da un po’ di tempo, specialmente se vogliamo regalare ai posteri l’emozione di scartabellare in remoti anfratti dell’internet. Oppure può non piacere l’idea di aver condiviso per sbaglio il link con qualcuno (ad esempio con una mailing-list di 300 persone) e di non poter cancellare tutto a comando.

Troviamo per questo istanze come https://pad.gattini.ninja/ che non prevedono una cancellazione automatica del pad.

Al momento gattini.ninja non ha così tanto traffico da giustificare la cancellazione dei pad per motivi di spazio.

Comunque i pad creati e lasciati col testo di default li togliamo ci sitamo attrezzando per toglierli.

Non puntiamo a conservarli per l’eternità, ma per ora va bene così.

La scelta di cancellare o meno il contenuto del pad e tutta la sua storia (rendendolo di fatto irrecuperabile (a parte se non l’avete salvato (e questo è per dire, se ci tenete SALVATEVELI))) la lasciamo a chi del pad ne fruisce.

C’è quindi, li in alto a destra il comodo bottone DELETE

[…]

Si ma così non mi possono cancellare il pad per darmi fastidio?

Certo! c’è da dire che tu condividi il link di un documento modificabile con persone proprio simpatiche…sicur* di non preferire una pagina web per certe cose?

Se hai questa paura fatti una copia in locale del testo quando sei a buon punto!

Tratto da https://man.gattini.ninja/collaborare/etherpad.html

Può essere interessante avere il pad eterno, ma dobbiamo sempre ricordare di:

  • condividerlo solo con le giuste persone
  • dargli un nome adeguato

Abbiamo capito che i pad durano e tanto, quindi la scelta del nome diventa importante. Se la cosa non vi da particolari problemi usate il nome generato casualmente.

Se volete per forza il nome personalizzato cercate di usarne uno non banale se no la gente finisce dentro il vostro pad e ve lo sovrascrive per sbaglio.

Per esempio:

. uman* > ho fatto il report dell’assemblea, lo metto subito su un pad per condividerlo! chiamerò il pad assemblea
. gatto > no, dai scegli un nome meno generico
. uman* > ok! lo chiamerò! reportAssemblea
. gatto > puoi fare di meglio.
.uman* > va bene… reportAssembleaMioFantasticoCollettivo va bene
. gatto > ci siamo quasi…
. uman* > reportAssembleaMioFantasticoCollettivo5Dic
. gatto > perfetto! ma a me andava anche bene nu8HqMpmCY__WeZQoFJL

Sempre da https://man.gattini.ninja/collaborare/etherpad.html

Sicurezza

Ma se noi volessimo archiviare cose più sensibili? Generalmente possiamo dire che mettere i nostri dati sui server di altr+, per quanto persone fidate e amiche, non è mai considerato sicuro, ma in attesa di sviluppare più competenze e gestirci le nostre macchine dobbiamo fidarci.

Ad esempio, Manomettere vorrebbe dotarsi di un pad che raccolga le presentazioni che ogni persona ha fornito quando è entrata nel gruppo, in modo da facilitare l’ingresso di nuove persone e la conoscenza tra tutt+. Consideriamo queste informazioni abbastanza sensibili da essere condivise solamente al nostro interno, ma non troppo cruciali da voler mettere tutto in una cassaforte blindata (magari dedichiamo un altro articolo al problema di chi tiene le chiavi?)

Sarebbe quindi utile che il nostro pad:

  • non scada mai
  • possa essere cancellato in qualunque momento, ma solo da coloro che animano Manomettere
  • sia uno strumento “privato” del gruppo

Mypads

Dò un occhio a Framasoft che fornisce un sacco di strumenti e sembra proprio un bel progetto, portano avanti una campagna per la De-Googleizzazione dell’internet. Qui c’è la loro policy ; sono anche parte della rete francese Chatons.

Offrono il servizio Framapad, dove è possibile creare un pad “pubblico”, ma clikkando su “Create an account of private pads” è possibile accedere a “Mypads“. Purtroppo su https://docs.framasoft.org/ non c’è la documentazione, ma trovo il progetto su Framagit, non sembra così morto:

MyPads is considered as stable.

MyPads manages :

  • users and their authentication;
  • groups of pads per user, unlimited, sharable;
  • attached pads, with choice between invite known users to use them, making them private with password or letting them public.

Si tratta di un plugin di Etherpad che permette di creare gruppi privati di pad. Forse abbiamo trovato “il pad dei pad”!

Cartelle

Dopo la registrazione (facilissima e senza mail di conferma) si procede creando una cartella, all’interno della quale si possono creare tutti i pad che si desidera. La cartella ha un nome e una descrizione.

Bisogna impostare la visibilità della cartella, e le opzioni sono:

  • Restricted (è visibile solo da chi la amministra o dagli utenti a cui è stato dato l’accesso)
  • Private (la cartella è accessibile se si possiede il link e la password)
  • Public (la cartella è accessibile se si possiede il link)

Inoltre, si può rendere la cartella “Readonly” (che non si può modificare) e/o “Archived” (viene messa in un archivio di cartelle non più in uso). Possono anche essere aggiunti dei tag.

Le combinazioni di queste opzioni sembrano permettere un’ampia varietà di utilizzi.

Troviamo in basso il menù “Admin & Users”che ricapitola i ruoli di gestione della cartella e dà la possibilità di condividerli con altri utenti.

Pad

Creando un nuovo pad, bisogna impostare la sua visibilità: è possibile fargli “ereditare” i parametri della cartella genitrice, oppure personalizzarli scegliendo tra Restricted, Private e Public (vedi sopra). Scegliendo queste ultime due opzioni viene generato un link di condivisione. Invece, per poter vedere un pad Restricted il tuo utente Mypads deve essere autorizzato a vedere la cartella che lo contiene.

Problemuccio: in una cartella impostata come Private o Public, non è possibile creare pad Restricted.

Solo da Admin è possibile rimuovere interamente i pad. È anche possibile cancellare solo la “chat history” (curioso..).

Ma scadono sti pad? Pare di no, visto che ci danno la possibilità di cancellarli… inoltre, provando a creare un pad pubblico senza usare Mypad compare la seguente scritta:

**ATTENTION**

CETTE INSTANCE PROPOSE DES PADS À EFFACEMENT AUTOMATIQUE !

VOS PADS SERONT AUTOMATIQUEMENT SUPPRIMÉS AU BOUT DE 365 JOURS (1 AN) SANS ÉDITION !

Mentre sui pad creati tramite Mypad non c’è alcun disclaimer di questo tipo.

Purtroppo non trovo alcun pezzo di documentazione che confermi la mia teoria e toccherà testare ulteriormente!

Quindi?

Mypad pare essere versatile e adatto anche a scopo di documentazione interna. Io lo proverei 🙂

C’è anche da dire che CryptPad pare avere molti più strumenti all’interno della stessa suite, ad esempio ci siamo dette che vorremmo dotarci di fogli di calcolo (tipo excel). Tireremo le somme più avanti.

1 thought on “Famo un pad? Sì, ma dove?

  1. Hui io spesso uso i pad di https://disroot.org/it/services/pads perchè hanno dei plugin che non trovi sugli altri, ovvero ha la formattazione del testo che ti crea automaticamente il TOC (table of content), ti permettono di esportare in più formati tra cui il pdf, ha il link “sola lettura” ed ha la possibilità di creare i link anche a fasi della lavorazione indietro nel tempo. In più è un progetto radicale, ma con più persone che ci lavorano in pianta stabile, hanno un canale XMPP di supporto per le utenti, delle guide multilingue e pubblicano periodicamente articoli sul blog anche in italiano.

Comments are closed.