“Umbertino” – piccola trebbiatrice a motore elettrico per cereali, autocostruita

Inauguriamo le nostre documentazioni di accrocchi contadini con una scheda tecnica di “Umbertino”, una trebbiatrice auto-costruita da una combriccola di smanettonə che si auto-producono un po’ di grano e farro nell’orto sotto casa, nelle campagne a nord di Roma. Ringraziamo Mocho e Crosta per avercela presentata, e Maglia per i disegni.

1. Questa tecnologia si chiama: “Umbertino” o “trebbiatrice a motore elettrico”;

2. Ed è stata realizzata da: Mocho, Crosta e Slowduck, che si sono ispiratə alle piccole trebbie usate in India per il riso (vedi ad esempio questa “rice thresher”);

3. Si trova nel comune di: Formello;

4. In zona: Provincia di Roma;

5. In territorio: collinare;

6. Breve descrizione: è un accrocco con struttura di legno e un motore elettrico (di una lavatrice smontata) che fa girare un albero chiodato;

7. Consiste in: macchina per operare la trebbiatura di cereali, e divisione della risulta (paglia e pula) dai chicchi;

8. Vorrebbe risolvere il seguente problema: questo accrocco serve a risolvere il problema di piccole (piccolissime) coltivazioni di cereali da auto-consumo (in questo caso 100 metri quadri x 20kg di grano raccolti), che non potrebbero essere trebbiate altrimenti, perché una (mini-)mietitrebbia è molto cara e un contoterzista non si sposta per lavorare superfici così piccole, perchè non ne vale la pena. Lo stesso problema si presenta anche per campi di media grandezza che però sono molto distanti o per cui l’accesso è difficoltoso.

9. Materiali utilizzati: quasi tutta la struttura è in legno; c’è poi il motorino con una cinghia, l’impianto elettrico (con triac e pulsante di sicurezza); il resto è più o meno tutto ferro (l’albero, i chiodi e i cuscinetti);

disegni realizzati da Maglia

10. Aspetti tecnici da evidenziare: l’albero chiodato gira avviato dal motore attraverso la cinghia; tenendo il fascio di grano (o altri cereali) infilato con le spighe dentro l’apertura dell’Umberto, il rotore rompe con i suoi chiodi le spighe, che cadono fuori attraverso l’uscita; il prodotto cade su di un setaccio che serve a separare la paglia e selezionare per romperli i pezzi di spighe rimasti integri; il motore è regolato da un potenziometro che pilota un triac, con cui si può aumentare o ridurre la velocità di rotazione dell’albero e quindi della trebbiatrice; c’è inoltre un pulsante di emergenza rosso a fungo; il motore poggia su di un piano basculante per tenere la cinghia in costante tensione nonostante le vibrazioni del motore;

11. Costi: quasi zero, tutto recuperato, ad eccezione della barra filettata interna all’albero e i cuscinetti dentro i quali l’albero gira; motore, reti, pannelli, cinghia, legni, erano tutti già disponibili e si possono accroccare un po’ “a sentimento”;

12. Difficoltà di realizzazione: medio-basse; competenze carpenteria di base: (ovvero usare una sega e un avvitatore); competenze elettriche di base: praticamente saper collegare il motore della lavatrice alla corrente con una presa e con il TRIAC; la progettazione l’abbiamo fatta “a sentimento”;

13. (in-)Sicurezza: l’oggetto sembra apparentemente pericoloso ma in realtà non lo è; l’unica accortezza è non infilare le mani dentro dove gira l’albero chiodato, ma è anche difficile farlo, quindi sbagliarsi è quasi impossibile;

14. Eventuali migliorie da apportare:

  • stiamo valutando di sostituire i chiodi con un sistema di “pettinatura” più flessibile, per esempio con del filo da decespugliatore (che ha però la controindicazione che tenderebbe a fare microplastica o altro scarto) o striscia di PVC comunque meno rigide x aumentare l’efficenza della separazione fra chicchi, paglia e pula, perché con questo macchinario qui capita che alcune spighe vengano spezzate invece che trebbiate inoltre il filo del decespugliatore o simili sarebbe un bel plus di sicurezza per eventuali se pur molto difficili incidenti;
  • la prima volta ci è successo che il grano avesse una muffa e lasciava nero, quindi, dovendo poi passare alla trebbia del farro, abbiamo pensato che fosse il caso di disinfettare il macchinario (abbiamo usato la candeggina) e abbiamo valutato che per questo sarebbe meglio ricoprire l’interno con dei pannelli di plastica e silicone alimentare, così da poter disinfettare su superfici che non assorbono i prodotti – stiamo ancora valutando questa opzione;

14. Varie / altre osservazioni

  • abbiamo notato che con il farro la trebbiatura veniva meglio; 
  • noi abbiamo seminato prima senatore cappelli (che veniva altissimo) e adesso un miscuglio di grano che gira dentro TerraTerra (nodo romano di GenuinoClandestino) – con i miscugli è un po’ più faticoso perchè hanno altezze diverse e quindi quanod infili il fascio dentro la trebbia devi assicurarti che tutte le spighe siano entrare e vengano trebbiate;
  • questo accrocco è da considerarsi comunque ancora un prototipo, fatto in un momento abbastanza di emergenza, che stiamo migliorando di volta in volta, e pensando diverse migliorie potremmo finire per realizzarne una versione definitiva più in là, anche spendendo un po’ di più, mettergli delle ruote, etc; 
  • il problema è che per fare delle prove devi avere il grano, quindi per testare delle migliorie devi sempre aspettare l’anno seguente – che è anche il bello della campagna: l’esperienza del grano la fai una volta all’anno e quindi l’esperienza di come lavorare meglio si costruisce col passare del tempo, un anno alla volta; 
  • costruire Umbertino è stato divertente e ci ha dato grandissime soddisfazioni – grazie a lei abbiamo potuto trebbiare il nostro grano!! non sappiamo cosa faremmo senza di lui <3